Chi sono
Classe 75, ho avuto la fortuna, ad 11 anni, di trovarmi tra le mani un Toshiba MSX, che veniva dato in omaggio con l'acquisto della enciclopedia Treccani.
È stato il mio primo "incontro" con Bill Gates.
Toshiba MSX
Il mio Toshiba MSX arrivò equipaggiato con il sistema operativo MSX-DOS e l'interprete MSX BASIC. Sebbene la confezione contenesse solo un piccolo manuale del BASIC — interamente in inglese e senza alcun software o gioco "in bundle" — l'attrazione per quello strumento era così forte che iniziai subito a sfogliare il manuale, determinato a comprenderne il contenuto.
Ovviamente non capii nulla all'inizio. Compresi però che dovevo avviare il BASIC e ricopiare fedelmente alcuni esempi di codice, i quali disegnavano cerchi e linee sfruttando funzioni trigonometriche. Iniziai a modificarli a casaccio per osservare l'effetto di ogni minima variazione. Quello fu il mio primo incontro con la trigonometria, e stranamente, anche l'ultimo, nonostante avessi poi conseguito una maturità scientifica. Ma questa, appunto, è un'altra storia.La mia seconda fortuna fu quella di nascere in una piccola impresa a conduzione familiare. In quell'ambiente dominato ancora da FAX e macchine da scrivere, mio padre ebbe la felice intuizione di fare un passo nel futuro: acquistò il primo computer per l'ufficio proprio quando io frequentavo le scuole medie. Era un Disitaco 88/86 con Microsoft DOS 3.3, caricato da floppy disk da 5¼ pollici.
Disitaco 88-86
Fu il periodo della videoscrittura con Olitext e dei fogli di calcolo con il Lotus 123.
A quel punto, iniziai a sbloccare concetti: sia la sintassi del BASIC (e con essa i primi rudimenti di programmazione), sia il funzionamento del sistema operativo. La vera spinta arrivò con i primi giochi: il desiderio di vederli funzionare mi costrinse a confrontarmi con l'oscura realtà di interrupt, indirizzi di memoria, configurazioni della scheda grafica e tutti gli altri aspetti hardware.
Con i successivi upgrade al 286 e poi al 386, iniziai a familiarizzare con Windows 3.1, imparando presto a conoscerne le problematiche e i celebri BSOD (Blue Screen of Death). Sviluppai una sorta di istinto: capivo con qualche istante di anticipo che il sistema stava per bloccarsi e la schermata blu era imminente.Intorno ai primi anni '90, si ruppe il vecchio FAX Rank Xerox di mio padre. Fu l'occasione che colsi per convincerlo, con una certa astuzia, ad acquistare il primo modem da 33.6 kbps, da usare per ricevere e inviare i fax. Da quell'istante, il computer rimase perennemente acceso, dato che il modem non disponeva di un proprio buffer.
Tra il 1993 e il 1994 iniziai le mie prime esplorazioni digitali, viaggiando sulle BBS (a spese di mio padre). Ricordo ancora l'emozione della prima connessione in assoluto: mi collegai via Telnet alla BBS della Hewlett-Packard a Palo Alto, California. Il fruscio del modem che si connetteva, il cursore che lampeggiava... era tutto magico.
Subito dopo, arrivò Internet: per connettermi fui costretto a installare prima il Trumpet Winsock, poi la suite di protocolli TCP/IP e infine il browser Netscape su Windows 3.1 per consultare le prime pagine web. Fu un periodo incredibilmente entusiasmante, che mi vide anche iniziare a studiare le RFC. Ad accrescere la mia passione, attendevo ogni mese con trepidazione l'uscita di PC Professionale, che all'epoca era una rivista di altissimo livello.
Indimenticabile la sera in cui, nell'ufficio di mio padre, io e i miei cari amici riuscimmo a stabilire una videochiamata tramite il software CU-SeeMe con un gruppo di impiegati a Città del Messico. L'eccitazione e l'ilarità furono immediate: dopo vari tentativi, ci ritrovammo di fronte a questi sconosciuti messicani e l'unica nostra reazione fu quella di scoppiare a ridere e farci gestacci reciproci, trasformando quella mimica nel nostro unico e spassoso "linguaggio internazionale".
Contestualmente all'avvento di Internet (1994/95), mi dedicai allo studio dell'HTML. L'anno successivo, nel 1996, passai al primo linguaggio di scripting lato server: ASP. Fu in quel periodo che iniziai a maturare una competenza tecnica che, negli anni a seguire, sarebbe diventata la mia professione.
Parallelamente, la necessità di giocare a Warcraft e FIFA con gli amici mi spinse a studiare le reti locali (LAN), affrontando così le prime nozioni di routing. Nel 1998, ero già in grado di analizzare il traffico di rete utilizzando strumenti come Wireshark.
Durante quel periodo, sviluppai anche Database Access con VBA per le esigenze di archivistica e fatturazione di mio padre. Questa intensa attività si è evoluta nei primi anni 2000, quando la mia curiosità si è rivolta agli ambienti Linux e Macintosh.
Nonostante ciò, dai primi anni 2000 ad oggi, ho costruito una solida esperienza come consulente IT esterno e programmatore. Inoltre, dal 2008 circa, mi sono avvicinato alla fotografia. Questa passione è diventata una seconda attività professionale, offrendomi un duplice vantaggio: mi permette di fornire in autonomia i contenuti visivi essenziali per la realizzazione dei siti web.
La mia evoluzione è stata un vero e proprio crescendo di complessità: sono partito dall'ambito della sicurezza informatica, per poi specializzarmi nell'amministrazione di server e servizi. Questo percorso mi ha portato infine al cuore della programmazione e dello sviluppo di piattaforme PHP/MySQL, affiancate da Java, integrando via via anche la potenza di Python.
Il lavoro che mi ha regalato la maggiore soddisfazione tecnica — sebbene la gratificazione umana ed economica sia stata minima — è stata la creazione ex-novo di un CRM personalizzato per un Call Center. Quel centro, oggi per fortuna fallito, aveva precedentemente ottenuto in outsourcing la gestione del servizio IVECO Finanziaria inbound.
Per farla breve: chi acquistava un tir IVECO si rivolgeva telefonicamente alla finanziaria per una serie di esigenze. Tuttavia, l'enorme carico di telefonate superava la capacità dei dipendenti interni, rendendo insostenibile la gestione del servizio. Per ovviare a ciò, l'intera attività fu data in gestione esterna a un Call Center.
I colloqui tecnici condotti presso la sede IVECO di Torino mi hanno permesso di definire l'architettura necessaria: il sistema doveva includere quattro aree distinte di autenticazione. Queste comprendevano l'area di gestione del Call Center (admin), la sezione per la gestione del traffico telefonico e l'interfaccia degli operatori, e infine le aree riservate a Iveco Finanziaria e al servizio di recupero crediti.
L'attività si è rivelata estremamente complessa, ma mi ha regalato una grande soddisfazione. La gestione copriva l'intero ciclo operativo: dalla presa in carico della telefonata, alla creazione del manuale e degli script per gli operatori, fino alle statistiche dettagliate (conversato e post-conversato), la fatturazione, e persino il monitoraggio della produttività dei dipendenti IVECO (ad esempio, il tempo di chiusura delle pratiche aperte dal Call Center).
Uno screenshot del mio CRM
Ricordo perfettamente: appena rientrato da Torino, descrissi alla mia compagna ciò che avrei dovuto realizzare. La sua domanda fu immediata: "E sei in grado di farlo?" Le risposi, con un'alzata di spalle: "Boooooh!"
Il progetto richiese due mesi e mezzo per l'allestimento di un server IIS che facesse da ponte tra la piattaforma Linux con Asterisk e Vicidial. La soddisfazione fu immensa nel vedere il monitor riempirsi di dati: un chiaro segnale che l'operatore, finalmente, poteva gestire le chiamate con efficacia e tranquillità.
Dal punto di vista tecnico, fu un successo ineccepibile. La soddisfazione svanì sul piano commerciale, quando i proprietari del Call Center avanzarono la richiesta di appropriarsi dei sorgenti, rivendicandoli come se fossero frutto del loro lavoro.
La controversia sfociò inevitabilmente in tribunale. Il nodo cruciale era la qualificazione del rapporto: io avevo realizzato l'applicazione in autonomia, come un contratto d'opera, mentre la controparte sosteneva erroneamente si trattasse di un contratto d'appalto. Tale distinzione è fondamentale per la titolarità dei sorgenti.Purtroppo, la questione finì nelle mani di un giudice anziano che, in una materia a lui totalmente sconosciuta, si rifiutò di avvalersi di un Consulente Tecnico d'Ufficio (CTU), ritenendosi Iudex peritus peritorum. Così facendo, compromise irreparabilmente il processo a mio svantaggio.
La vera, ironica, fortuna fu che la mediocrità e la stupidità dei titolari portarono l'azienda al fallimento mentre il giudizio era ancora in corso. Oggi, almeno, nessuno sta beneficiando del mio codice sorgente.
Mantenendo attiva la consulenza informatica, la mia carriera di fotografo professionista è decollata: ho lavorato per il Gruppo Intesa San Paolo (occupandomi del mockup delle nuove filiali), per Airbnb, per l'agenzia Meero e per svariate attività commerciali.
Se in campo informatico avevo già affrontato il diritto industriale, con la fotografia mi sono scontrato con la sistematica violazione del diritto d'autore. Circa dieci anni fa, infatti, constatai che moltissimi titolari usavano impunemente le mie immagini sui loro portali web. Fu in quel momento che la mia identità informatica si rivelò la mia arma segreta.
La risposta a questa sfida è stata la creazione di una mia piattaforma, che ho chiamato PhotoSentinel. Sfruttando l'API Vision di Google, questo strumento è in grado di eseguire la ricerca quotidiana delle mie fotografie utilizzate senza autorizzazione (operazione gestita tramite script e CRON). È stata la mia personale contromossa tecnologica per difendere il diritto d'autore.
Photosentinel
Avendo raggiunto la piena operatività, ho affidato la gestione della piattaforma PhotoSentinel a uno studio legale specializzato che si occupa di tutto il processo: dall'acquisizione forense delle prove sino all'atto di citazione. PhotoSentinel è ormai a regime da circa dieci anni.
È per me fondamentale sottolineare che ogni applicazione web da me realizzata non si avvale mai di soluzioni preconfezionate come WordPress o simili. La mia filosofia prevede la costruzione del software partendo sempre da uno schermo vuoto, garantendo soluzioni uniche e ottimizzate.
L'incrocio tra informatica e fotografia mi ha portato, quasi per necessità, a ricoprire il ruolo di Consulente Tecnico di Parte. Questa esperienza sul campo mi ha convinto che il diritto è lo strumento più efficace per tutelare i frutti del proprio ingegno e lavoro.
Ed è per questo che, a quarantasette anni, sono tornato sui banchi, iscrivendomi a Giurisprudenza. A differenza del mio primo percorso accademico, oggi studio con estremo piacere e con una nuova, più consapevole, prospettiva.